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Perché promuovere con la realtà virtuale

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Perché promuovere con la realtà virtuale

Già, perché dovresti sobbarcarti i costi di una campagna promozionale o educativa in realtà virtuale?

In passato abbiamo descritto i possibili utilizzi della realtà virtuale nel marketing. Oggi approfondiamo la questione. L’articolo è indirizzato prevalentemente alle agenzie di comunicazione e a chi si occupa di promozione aziendale.

Non serve che ti diciamo quanto è difficile dare valore ad un prodotto oggi con gli stessi mezzi che si usano ormai da diversi decenni. Sembra che tutto sia stato detto e provato. Il lavoro si riduce nel migliore dei casi ad uno sforzo creativo titanico. Nel peggiore ad un copia e incolla stantio che produce pochi risultati, se non quello di avere clienti scontenti. Tutto questo porta allo stress che ti assale ogni volta, ad ogni nuova campagna.

Sia chiaro fin da ora: non ti stiamo dicendo che lavori male, anzi. Fai un lavoro eroico per i mezzi che hai a disposizione. Però la situazione è questa.

Le campagne cartacee sono relativamente economiche – intendiamo cartonati, cartelloni, volantini etc. – ma tu li leggi i volantini o cartelloni? Quando in un centro commerciale vedi le hostess accanto ad un cartonato con la super promozione, tu ti fermi? O prosegui? Se non lo fai tu, perché dovrebbe farlo qualcun altro? Certo, c’è sempre il soggetto in target, ma oggettivamente i numeri non sono dalla tua. E lo sai meglio di noi, non dobbiamo venirtelo a spiegare.

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Per le campagne radio-televisive invece, servono parecchi, ma parecchi soldi. Facendo una stima spannomentrica, almeno 20.000.000 di EURO per poter mettere in piedi una campagna pubblicitaria con un ROI apprezzabile. Tuttavia con le pay TV e i canali su internet, anche il pubblico televisivo si riduce sempre più. Poi non avverti anche tu nelle persone il fastidio strisciante per la pubblicità? La mancanza di fiducia del pubblico per ciò che viene “detto in TV”?

“Ma”- ci dirai – “ormai la pubblicità televisiva non serve più per informare, ma per mantenere la brand awareness”. Effettivamente, in parte è così. Ma vale la pena spendere tutti quei soldi solo per la brand awareness?

Ultimo problema possibile. Magari tu hai clienti corporate che a loro volta hanno clienti corporate. Quindi i metodi di comunicazione tradizionale sono eventi e fiere in cui si distribuiscono le pur sempre utilissime brochure. Queste però, per quanto ben fatte, danno  un’immagine “di carta” del prodotto o del servizio, molto lontana dalla realtà.

Ora, se pensi che tutto quello che ti abbiamo detto fino a qui siano sciocchezze, se non abbiamo sfiorato nemmeno un nervo scoperto, allora decisamente non è il caso che tu prosegua oltre. Non perdere il tuo tempo.

Se al contrario, un po’ ti abbiamo stimolato, continua, ne varrà la pena.

Che cosa sia la realtà virtuale presumiamo tu lo sappia già, ma facciamo un riassunto per amor di chiarezza.

Realtà virtuale è il termine utilizzato per indicare una realtà simulata. La simulazione è creata con l’uso di computer e accessibile attraverso dispositivi specializzati (visori) come gli Oculus Rift o generici come i  cardboard (all’interno dei quali si inserisce il proprio smartphone). La realtà virtuale per definizione simula la realtà. Possiamo trovarci in ambientazioni foto/video realistiche o ricostruite in computer-graphics, interagendo con gli oggetti e ricevendo informazioni dinamiche sugli ambienti che esploriamo.

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E in cosa può essere utile a te la realtà virtuale?

Le esperienze virtuali immersive hanno un altissimo impatto emozionale sulle persone che le provano. Possono quindi veicolare in modo assai efficace un messaggio di vendita.

Ma concretamente quali sono i risultati che può ottenere un progetto in realtà virtuale?

  • Incentivare le vendite e la brand awareness, con una comunicazione che doni al marchio la connotazione di brand innovatore.
  • Fidelizzare i clienti acquisiti e stimolare la prova di nuovi acquirenti.
  • Rendere virale l’esperienza, permettendo alle persone di condividerla e mostrarla agli amici, sia sui social network sia privatamente.
  • Generare ritorno mediatico inerziale (in TV e social gratis!), in un settore non ancora presidiato dai concorrenti.

Fin qui tutto normale; ti stiamo facendo promesse generiche, lo possono fare tutti, è facile. Andiamo un po’ più nel concreto.

L’idea è quella di creare un’applicativo che presenti una simulazione video 360° o computer grafica o tecnica mista. Le esperienze di realtà virtuale possono essere arricchite con interazioni gestibili dall’utente, il che rende la promozione molto efficace.

Alla fine, anziché vedere un video su uno schermo, leggere pagine di spiegazioni, o ascoltare una presentazione, si vive il prodotto o servizio sulla pelle in una simulazione che ci trasporta in un altro luogo.

Per andare ancora più sul concreto, ti presentiamo ora alcune casistiche.

CASE HISTORY

Di seguito elenchiamo brevemente alcuni casi specifici di utilizzo della VR evidenziandone i vantaggi pratici.

American Express: You vs Sharapova

Concept

American Express è sponsor degli US Open di tennis da vent’anni. In occasione dell’edizione del 2015, l’azienda ha deciso di usare la realtà virtuale per regalare a tutti i suoi membri la possibilità di fare una partita con una Maria Sharapova virtuale. Grazie all’HTC Vive, gli utenti si trovavano immersi nel campo con la Sharapova, con la possibilità di rispondere alle sue bordate (anche il famoso servizio, che è stato rallentato perché altrimenti ingestibile da un non professionista). La climax del tutto è stata la registrazione dell’esperienza in un video poi consegnato agli utenti, con cui mostrare come se l’erano cavata con una professionista.

Vantaggi

Il ritorno mediatico dell’esperienza è stato impressionante, coperto da Adweek, ESPN, Forbes, Sports Illustrated, Tech Times and The Wall Street Journal, e ripreso perfino da un tweet di Bill Gates. Evidente il remarketing del video consegnato all’utente. Vantaggio non da poco, quest’esperienza è stata la prima nel suo genere nel mondo, pertanto AE ha potuto fregiarsi di questo titolo che dà evidentemente valore aggiunto.

American Express “You VS Sharapova” VR Case Study from Phil Koutsis on Vimeo.

Pan di Stelle

Concept

Presente all’Eurochocolate 2014, Pan di Stelle ha proposto quella che è stata la prima esperienza di realtà virtuale con Oculus Rift in Italia. Tre persone alla volta entravano nella casa Pan di Stelle, venivano fatte sedere e veniva dato loro Oculus. L’esperienza virtuale avveniva sempre all’interno della medesima casa, ma con effetti visivi e sonori aggiunti. L’esperienza si concludeva con tre biscotti che venivano posizionati nell’ambiente virtuale davanti ai tre utenti, i quali trovavano i biscotti reali nella stessa posizione appena toglievano il visore.

Vantaggi

L’esperienza immersiva ha fatto sì che gli utenti, e potenziali clienti si calassero completamente nel messaggio trasmesso dal video, con un coinvolgimento emotivo incredibilmente forte, legato indissolubilmente al brand. Anche in questo caso, il fatto di essere un’esperienza pioniera ha permesso al brand di essere percepito con un valore superiore a qualsiasi competitor.

Pan di Stelle – Oculus Experience – Imille from Imille on Vimeo.

Unicef: Clouds over Sidra

Concept:

Video 360 di immagini statiche che propongono la vita di Sidra, ragazzina siriana, nel campo profughi di Za’atari in Giordania. Voce fuori campo con forte accento arabo che racconta brevemente la storia della fuga e con maggior dettaglio e la vita quotidiana nel campo. Musica semplicissima di pianoforte che accompagna tutto il racconto.

Vantaggi

Ad un sondaggio dopo la prima presentazione a Davos nel 2015 il 95% dei partecipanti concorda nel dire che il proprio senso di empatia è aumentato, l’85% dichiara di essere maggiormente motivato, e il 73% dichiara di aver fatto qualcosa per i rifugiati all’interno della propria comunità dopo aver visto il corto. In Nuova Zelanda le donazioni dopo la proiezione sono raddoppiate rispetto all’anno precedente.

Marriot

Concept

Marriot ha creato una postazione mobile, simile ad una cabina telefonica, chiamata Teleporter con cui ha girato varie città degli USA. Gli utenti entravano, indossavano un Oculus, e venivano trasportati in una versione digitale di un Marriot, da cui potevano poi teletrasportarsi o a Wai’anapanapa Beach a Maui o in cima alla Tower 42 nel cuore di Londra. Il teleporter era dotato anche di un pavimento con pompe pneumatiche, alcuni ugelli, ventilatori e un effusore di profumi. Tutto ciò, appena l’esperienza partiva, serviva a convogliare le sensazioni di calore, morbidezza della sabbia sotto i piedi, odore e brezza del mare.

Vantaggi

L’esperienza realizzata è stata la prima di realtà virtuale usata per marketing a dare agli utenti uno spettro completo di sensazioni che toccassero quattro dei cinque i sensi. È per questo diventata una case history globale nel settore. Ha raggiunto più di un miliardo di impressioni sui social media, il cui valore è calcolabile in decine di milioni di dollari in valore pubblicitario.

Edge 28 (immobiliare)

Concept

Render 360 misto di foto e CGI di appartamenti in zona St. Leonard, Sydney. I potenziali clienti vengono invitati a mettersi il Samsung Gear e grazie ad esso possono fare un giro virtuale di vari appartamenti nel complesso, vedere le stanze e le viste da balconi e terrazze (il focus per questo particolare progetto erano esattamente le eastern views senza ostacoli). Alla fine della visita virtuale, il cliente scarica l’applicazione, per poter rivedere gli appartamenti a casa tramite il cardboard brandizzato che viene dato come omaggio.

Vantaggi

Il cliente ha la possibilità di vivere già all’interno dell’appartamento, il che aiuta in modo incisivo a togliere timori e dubbi. Tramite le interazioni, il cliente può già applicare alcune delle eventuali modifiche apportabili, vedendo prima di spendere i soldi come verrà il suo appartamento. Con il cardboard il cliente si porta a casa la visita, e può accedere all’appartamento quando vuole, mostrarlo ad altre persone e chiedere consigli. La RV permette la visione di più appartamenti/case in un’unica sessione, senza spostarsi dall’ufficio, o addirittura in remoto. Questo aiuta e facilita la selezione da parte del cliente, e indirettamente seleziona anche i clienti davvero interessati, evitando perdite di tempo.

The Edge 28 VR Experience from Electric Art on Vimeo.

Questi sono solo alcuni dei casi possibili, e ti facciamo notare come siano quasi tutti già “datati”. Le possibilità sono sempre di più e la tecnologia della realtà virtuale e le applicazioni che sviluppiamo con questo nuovo mass media crescono in maniera esponenziale mese dopo mese. Per scoprire tutte le nostre ultime novità, contattaci e ti manderemo una serie di link portfolio lavori per capire cosa si può fare oggi con le nuove tecnologie virtuali ed aumentate.

Abbiamo menzionato qualche volta la parola cardboard. Di che si tratta?

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Tecnicamente è un visore semplice, ma per voi rappresenta la possibilità di fare up-selling su una campagna comunicativa. Il cardboard è il visore più semplice che esista per la RV. Si tratta di una struttura di cartone con due lenti in cui si possono inserire gli smartphone di qualsiasi marchio. Ne esistono vari modelli. La struttura in cartone lo rende totalmente personalizzabile con i loghi del cliente. È il perfetto strumento di remarketing perché permette la ripetuta visualizzazione della campagna di RV, e ripropone il logo del cliente continuamente.

La funzionalità del cardboard come gadget ha comunque i giorni contati. Vogliamo essere del tutto onesti; o decidete di inserirlo in una campagna entro il 2017, o l’anno prossimo sarete già in ritardo, lo avranno fatto tutti, non varrà più niente…ma dovrete farlo ugualmente, perché molti clienti ve lo chiederanno, o se lo faranno da soli facendo disastri. Rischierete quindi di proporre una soluzione quando già non sarà più innovativa, o quando il cliente se la sarà trovata da solo. E vi potete immaginare le conseguenze sul vostro lavoro in questo caso.

 

REALTÀ VIRTUALE O VIDEO 360

Immaginiamo ora il caso che vi siate già preoccupati di proporre, o investigare quanto meno, il mondo della realtà virtuale per i vostri clienti. Quello che vi consigliamo di fare è di tenervi alla larga il più possibile da aziende di viedeomaking riciclatesi in produttori di realtà virtuale.

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La realtà virtuale NON è un video 360°. Quello è un video 360°, è un’altra cosa. Prendi una camera 360° da qualche centinaio di euro e hai il tuo bel video 360°. Il problema che incontrerai selezionando un’azienda che ti fa un video 360° e te lo vende come realtà virtuale è che loro ragionano ancora, con la logica del video 2D, concepito per lo schermo di un televisore.

Ma i video 360° hanno ovviamente delle dinamiche e delle specifiche potenzialità che sono sconosciute al video 2D. E questo è il primo problema.

Il secondo problema è che il video 360°, come ti dicevamo, non è realtà virtuale.

Quello che noi proponiamo è un esperienza, è una realtà alternativa, è la REALTÀ VIRTUALE.

Benissimo, ti abbiamo fatto capire che non puoi non proporre la realtà virtuale ai tuoi clienti.

Ma perché scegliere Augmenta?

Prima di tutto perché a noi non interessa usare il nostro nome. Tu vai dal tuo cliente e gli dici che siamo i tuoi consulenti per la RV, il tuo reparto creativo digitale, quello che per te è meglio.

Siamo fiduciosi che la qualità del lavoro e del servizio che ti offriremo parleranno abbastanza per noi e che sarai tu stesso a referenziarci con altre aziende. Ma se questo è troppo astratto come motivo per convincerti, te ne diamo uno molto più concreto. Il nostro modello di business ideale è scalabile. Non ci interessa cioè prendere un lavoro che muoia lì, vogliamo che il rapporto con il cliente sia di lunga durata. Un cliente fidelizzato vale molto di più di un cliente nuovo, in più la fidelizzazione costa meno (circa sette volte meno) della ricerca di clienti nuovi.

Quindi, alla fine, non ti devi fidare di noi perché te lo diciamo e ti supplichiamo di farlo. Lo devi fare perché economicamente a noi conviene lavorare bene, avere clienti felici che parlano di noi, o non averne affatto. Un cliente scontento fa molti più danni di un cliente fantasma, ovviamente.

Ricapitoliamo per concludere?

Hai un problema di creatività, anche se pensi di no. Il ROI sui lavori che fai e proponi ai tuoi clienti non li rende soddisfatti; spendono tanto per ottenere poco. Non è colpa tua, tu fai tutto quello che puoi con i mezzi a disposizione. Ma questo ti porta a dover competere sempre, ogni volta, ad ogni campagna con altre agenzie, perché i tuoi clienti cercano una svolta, e se non gliela dai tu, sperano di trovarla altrove.

Insomma, lavori come un pazzo per ottenere il giusto, pur dando servizi di ottima qualità. Il problema è che – non ti offendere, ti prego – sei “vecchio”. Lo so che suoniamo arroganti, ma alla fine questa è la verità. Tutta la comunicazione oggi è vecchia, è ripetizione di cose già viste e riviste.

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La buona notizia è che c’è una soluzione. Si chiama realtà virtuale. Con la realtà virtuale puoi proporre ai tuoi clienti una forma di marketing dirompente per gli effetti che avrà sul pubblico finale, che per di più è scalabile per i prossimi anni.

 

 

 

 

 

 

Hai un progetto che pensi potrebbe beneficiare di realtà virtuale o aumentata? Oppure vuoi un virtual tour un video 360 o ricostruzioni CGI della tua azienda, museo, spazio fisico di ogni genere? 

Contattaci qui, così facciamo quattro chiacchiere e vediamo se ti possiamo aiutare.

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Andrea Roberto

Augmenta Srl offre soluzioni digitali per diversi segmenti di business: PMI, grandi aziende, industria, startup e system integrators.



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